Imparare dalle rovine che abitano i paesaggi dell’archeologia attraverso l’esercizio del disegno di architettura è una lezione necessaria per comprendere il valore delle forme della storia e confrontarle con il contesto della città contemporanea. I paesaggi dell’archeologia sono un complesso e denso patrimonio da valorizzare, sono una preziosa risorsa per il progetto di architettura nel suo dialogo con l’antico. Dallo studio delle forme del passato, indagate attraverso il disegno, gli architetti da sempre sono riusciti ad esprimere con maggiore chiarezza i principi fondamentali della loro ricerca progettuale, precisandone i contorni e orientando le figure del progetto. L’attenzione verso l’antico ha costantemente accompagnato la ricerca architettonica: i viaggi di studio e l’obbligo didattico nel saper ridisegnare le forme classiche ha rappresentato per intere generazioni di architetti il fondamento conoscitivo e il viatico per la costruzione di una propria identità progettuale. Quando Le Corbusier nel 1911 visita la Villa Adriana disegna il muro del Pecile e ritrae il paesaggio con le sue componenti naturali di cui le strutture archeologiche costituiscono l’elemento di confine (imm_1). Qualche decennio dopo, nel 1951, Louis I. Kahn intraprende un viaggio in Italia, Grecia ed Egitto attraversando i paesaggi dell’archeologia e producendo una serie di straordinari disegni a pastello in cui le figure dell’antico contribuiranno alla precisazione delle forme della sua architettura(imm_2). L’intervento offre uno spunto di riflessione sulla centralità del disegno di architettura come descrizione del processo compositivo di opere significative di architetti che si sono confrontati con l’antico. La loro esperienza costituisce un modello didattico per imparare a saper leggere le compagini stratificate e complesse della storia, nella prospettiva di reimmetterle nelle dinamiche della contemporaneità. La scelta dei disegni costituisce un panorama vasto che include le diverse scale del progetto di architettura, dal disegno del paesaggio e degli spazi aperti della città storica, fino al tema dell’allestimento.

Paesaggi dell’archeologia e disegno di architettura. Ricerca e progetto nell’opera di 10 architetti del XX secolo / Giovannelli, Anna. - (2019), pp. 152-157. (Intervento presentato al convegno Il Progetto di Architettura come intersezione di saperi. Per una nozione rinnovata di Patrimonio. VIII Forum ProArch.Società Scientifica nazionale dei docenti di Progettazione Architettonica, SSD ICAR 14, 15 e 16. Università degli Studi di Napoli “Federico II”, Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, Politecnico di Bari tenutosi a NAPOLI).

Paesaggi dell’archeologia e disegno di architettura. Ricerca e progetto nell’opera di 10 architetti del XX secolo

Anna Giovannelli
2019

Abstract

Imparare dalle rovine che abitano i paesaggi dell’archeologia attraverso l’esercizio del disegno di architettura è una lezione necessaria per comprendere il valore delle forme della storia e confrontarle con il contesto della città contemporanea. I paesaggi dell’archeologia sono un complesso e denso patrimonio da valorizzare, sono una preziosa risorsa per il progetto di architettura nel suo dialogo con l’antico. Dallo studio delle forme del passato, indagate attraverso il disegno, gli architetti da sempre sono riusciti ad esprimere con maggiore chiarezza i principi fondamentali della loro ricerca progettuale, precisandone i contorni e orientando le figure del progetto. L’attenzione verso l’antico ha costantemente accompagnato la ricerca architettonica: i viaggi di studio e l’obbligo didattico nel saper ridisegnare le forme classiche ha rappresentato per intere generazioni di architetti il fondamento conoscitivo e il viatico per la costruzione di una propria identità progettuale. Quando Le Corbusier nel 1911 visita la Villa Adriana disegna il muro del Pecile e ritrae il paesaggio con le sue componenti naturali di cui le strutture archeologiche costituiscono l’elemento di confine (imm_1). Qualche decennio dopo, nel 1951, Louis I. Kahn intraprende un viaggio in Italia, Grecia ed Egitto attraversando i paesaggi dell’archeologia e producendo una serie di straordinari disegni a pastello in cui le figure dell’antico contribuiranno alla precisazione delle forme della sua architettura(imm_2). L’intervento offre uno spunto di riflessione sulla centralità del disegno di architettura come descrizione del processo compositivo di opere significative di architetti che si sono confrontati con l’antico. La loro esperienza costituisce un modello didattico per imparare a saper leggere le compagini stratificate e complesse della storia, nella prospettiva di reimmetterle nelle dinamiche della contemporaneità. La scelta dei disegni costituisce un panorama vasto che include le diverse scale del progetto di architettura, dal disegno del paesaggio e degli spazi aperti della città storica, fino al tema dell’allestimento.
2019
Il Progetto di Architettura come intersezione di saperi. Per una nozione rinnovata di Patrimonio. VIII Forum ProArch.Società Scientifica nazionale dei docenti di Progettazione Architettonica, SSD ICAR 14, 15 e 16. Università degli Studi di Napoli “Federico II”, Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, Politecnico di Bari
architettura; archeologia; disegno; paesaggio; città; progetto; valorizzazione,
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
Paesaggi dell’archeologia e disegno di architettura. Ricerca e progetto nell’opera di 10 architetti del XX secolo / Giovannelli, Anna. - (2019), pp. 152-157. (Intervento presentato al convegno Il Progetto di Architettura come intersezione di saperi. Per una nozione rinnovata di Patrimonio. VIII Forum ProArch.Società Scientifica nazionale dei docenti di Progettazione Architettonica, SSD ICAR 14, 15 e 16. Università degli Studi di Napoli “Federico II”, Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, Politecnico di Bari tenutosi a NAPOLI).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1363981
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